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Enrico Luciani


Tutto inizia 30 anni fa, nel 1991, quando a Comacchio -  terra nota, in passato, per le nuvole di zanzare che infestavano il territorio - nasce questo progetto, attivo ancora oggi, di lotta ai culicidi nelle località turistico costiere dell'Emilia Romagna: in poche parole il progetto di lotta alle zanzare sui lidi di Comacchio e le località nord del comune di Ravenna.

All'epoca io mi ero appena diplomato; giocavo a basket e a dirigere questo progetto c'era il carissimo amico, mio ex allenatore, Roberto Pantaleoni, che sostanzialmente ha fatto nascere questa struttura a Comacchio, con la collaborazione del professor Giorgio Celli dell'Università di Bologna. Io mi ero appena diplomato, dicevo; lui cercava un tecnico che lo supportasse sul campo in questo lavoro, e mi conosceva perché appunto mi aveva allenato, da ragazzino, a pallacanestro. Pantaleoni mi chiese se mi interessasse lavorare assieme a lui sul progetto di lotta alle zanzare a Comacchio: accettai; doveva essere una collaborazione di un mesetto, non di più, invece, alla fine, dopo 30 anni mi trovo ancora qui, alla direzione, come membro più esperto.

Ovviamente nel ‘91 la conoscenza tecnica e scientifica, del campo e sul campo, era veramente poca, si era appena partiti; e così nel ‘92 mi venne proposto di lavorare per tutta la stagione estiva iniziando a girare, a ispezionare, perché poi alla fine, di fatto, per un tecnico sul campo, il lavoro consiste proprio nello spostarsi sul territorio a cercare raccolte d'acqua dove si sviluppano le larve di zanzara: all'interno di queste buche si butta anche oggi un prodotto biologico che le uccide senza impattare sull’ambiente, altamente selettivo - uccide solo le zanzare e qualche altro insetto molto simile, ma che difficilmente si trova nelle stesse buche.

Questo lavoro mi ha permesso non solo di approfondire la mia conoscenza sulle zanzare ma di approfondire anche la mia conoscenza del territorio.
Questo lavoro mi ha appassionato fin da subito perché nei primi anni era veramente tutta una scoperta: si esplorava, metro per metro, tutto il territorio, e io a distanza di 30 anni posso dire di conoscerne ogni singolo fossato, canale, depressione… A scandagliare l’area non si è di certo in centro paese, e quindi, di conseguenza, nasce una passione anche per l’avvistamento degli uccelli, o il riconoscimento delle piante e di tutti quegli aspetti naturali che fanno parte di questo ecosistema dalla enorme biodiversità. 

Quando la gente chiede ‘A cosa servono le zanzare?’ o ‘A cosa servono le mosche?’ o dice che ‘bisognerebbe farle sparire’ in realtà non sa che, alla base delle catene alimentari, e alla base del ciclo vitale dell'ecosistema delle Valli, del parco, ci sono anche gli insetti. Le larve sono cibo per i pesci, e gli adulti sono il cibo per i pipistrelli, per le rondini, per tutti gli uccelli e i rettili, anche insettivori, che popolano questo ambiente. 
Certo, nei centri abitati, gli insetti possono essere ospiti sgraditi, però alla fine, un ambiente privo di insetti sarebbe un ambiente privo di vita perché sono alla base dell’ecosistema; probabilmente non potremmo mangiare l'anguilla ad esempio! D’altro canto la zanzara è così presente, e si sviluppa in così grande quantità, perché ha imparato a estraniarsi il più possibile dalle catene alimentari, cercando di sopravvivere in ambienti dove, di fatto, non esistono predatori per le larve. 

Fare lotta alle zanzare, in maniera integrata, con il minore impatto ambientale, è una sfida che è stata accolta da tutti quelli che negli anni hanno lavorato in questo centro e che ha portato a una riduzione del 90/95% delle popolazioni di zanzare, soprattutto nei centri abitati, senza mai danneggiare in maniera importante l'ambiente.  

L'equilibrio è fondamentale, quello del nostro ambiente circostante. Prima di questo progetto si utilizzavano solo insetticidi - e in molti luoghi purtroppo si fa ancora così nonostante i nostri  30 anni di lavoro! Se vediamo una zanzara tigre, ad esempio, è nata in un raggio di massimo 100 metri dal nostro cortile e quindi è molto probabile che ce la stiamo allevando in casa: l’attenzione deve essere rivolta alle piccole raccolte d'acqua dove questa zanzara nasce e si sviluppa, senza ricorrere subito a prodotti chimici che possono danneggiare noi, i nostri animali, l'ambiente circostante, - che di fatto non risolvono il problema perché abbattono la zanzara adulta e non la larva.
Ci capita di ricevere lamentele e commenti sulla nostra attività e spesso non è facile far capire la nostra posizione. Solitamente il nostro lavoro si svolge lontano dai centri abitati - si inizia attorno ad aprile con la disinfestazione - ma incide sull’intera area. Le persone non ci vedono all’opera e capita non percepiscano il nostro intervento: se noi non facessimo ciò che facciamo, in raletà, la situazione sarebbe molto diversa da quella attuale!! Il nostro è un ambiente bellissimo ma estremamente particolare. Mia madre, che è del 43 - ha quasi 80 anni - è nata qui e da bambina viveva in quello che oggi è il Lido delle Nazioni che all’epoca era una piccola borgata di case. Turismo non ce n’era e loro stavano sempre fuori casa la sera, senza problemi, perché allora - quando ancora l’ambiente era poco contaminato - era la natura ad occuparsi della disinfestazione, alle zanzare corrispondevano i predatori e il cerchio si chiudeva.
Anni dopo, noi bambini sapevamo già benissimo che quando iniziava a tramontare si doveva scappare in casa perché arrivavano nuvole di zanzare. 

Oggi per fortuna non è più così: il nostro lavoro ha fatto tanto; però bisogna sempre ricordare che le zanzare fanno parte del  nostro complesso a vario ecosistema e che due punturine, la sera, è probabile doverle sopportare.
 






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